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Roma, Camera dei deputati, 31 luglio 2007
CONTESTATA ELEZIONE DEL DEPUTATO CESARE PREVITI
Intervento di Marco Boato in discussione della relazione della Giunta delle elezioni
Resoconto stenografico dell'Assemblea nella seduta n. 198 di martedì 31 luglio 2007

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Boato. Ne ha facoltà.

MARCO BOATO. Signor Presidente, colleghe e colleghi, da parte dei Verdi - da ciascuno, uti singulus - vi è la piena condivisione della proposta della Giunta delle elezioni, della relazione scritta e della relazione orale del collega Burchiellaro.
Il caso Previti è stato all'esame della Giunta fin dal 24 maggio 2006, cioè da oltre un anno e due mesi. Il Comitato per le ineleggibilità, all'interno della Giunta, ha acquisito la sentenza di condanna e le sue motivazioni ed ha iniziato l'esame del caso il 17 ottobre 2006. Pertanto, dal 24 maggio al 17 ottobre sono passati molti mesi, in attesa dell'acquisizione della sentenza e delle sue motivazioni. Comunque, sono passati oltre dieci mesi. Il lavoro, sia del Comitato, sia della Giunta, è stato svolto, crediamo, nel pieno rispetto dei diritti del deputato Previti e del principio del contraddittorio in ogni fase del procedimento parlamentare di fronte alla Giunta e al Comitato.

Più volte sono state anche accolte le richieste di proroga dei termini per l'acquisizione delle controdeduzioni del deputato Previti e del suo difensore, avvocato Pellegrino, e di proroga o di dilazione dei termini anche per la stessa audizione del deputato Previti di fronte al Comitato.

La Giunta, dopo che si sono conclusi i lavori del Comitato, il 14 dicembre 2006, ha dedicato ben undici sedute alla discussione: dal 25 gennaio 2007 al 4 maggio 2007. Nell'arco di questo lavoro, come è stato giustamente ricordato, sono stati anche acquisiti due pareri pro veritate redatti da parte del professor Nicolò Zanon e del professor Federico Sorrentino. Il 29 maggio, dopo ulteriore ampia discussione sulla base delle dichiarazioni di voto, la Giunta ha deciso di approvare la proposta di contestazione dell'elezione del deputato Previti. D'altra parte, il 26 giugno e il 4 luglio il Presidente della Camera, richiesto esplicitamente a ciò da parte dello stesso deputato Previti, ha convocato la Giunta per il Regolamento che ha escluso - in realtà, lo ha escluso il Presidente, sia nell'introduzione, sia nelle conclusioni della Giunta per il Regolamento - qualunque ipotesi di sospensione delle funzioni parlamentari o di un eventuale successivo reintegro.

Il Presidente della Camera, a mio avviso giustamente, ha dichiarato tali ipotesi prive di qualunque fondamento costituzionale, regolamentare e legislativo. Il 9 luglio 2007 si è, dunque, tenuta la discussione in seduta pubblica della Giunta, quindi anche in tal caso in contraddittorio. Successivamente, la Giunta stessa si è riunita in camera di consiglio e ha deliberato di proporre all'Assemblea, come oggi ha dichiarato conclusivamente il relatore Burchiellaro, l'annullamento dell'elezione del deputato Previti, per motivi di ineleggibilità sopraggiunta.

Noi crediamo - io credo, ma ciascuno di noi lo crede, uti singulus - che la decisione e, quindi, la proposta della Giunta vadano pienamente accolte. La Camera ha il diritto-dovere di deliberare ai sensi dell'articolo 66 della Costituzione, che afferma, tra l'altro, che «Ciascuna Camera giudica delle cause sopraggiunte di ineleggibilità». È, quindi, la stessa Costituzione a prevedere esplicitamente il giudizio della Camera sulle cause sopraggiunte di ineleggibilità. A mio e nostro parere non esiste alcuna possibilità giuridica e costituzionale di ipotesi diverse dalla dichiarazione di decadenza dal mandato a seguito dell'ineleggibilità sopravvenuta, cui del resto, nel frattempo, si è recentemente aggiunta una ulteriore condanna definitiva, ma non di ciò stiamo oggi trattando.

Vorrei ricordare - in questo caso solo personalmente - che nella XIII legislatura votai contro la richiesta di custodia cautelare nei confronti del deputato Previti, ritenendo che si dovesse comunque aspettare l'allora eventuale condanna definitiva. Dunque, al di là delle posizioni politiche su schieramenti contrapposti ho, sempre espresso posizioni improntate al massimo di garanzie nei confronti dell'allora imputato Previti. Oggi la situazione è completamente diversa. Collega Pecorella, con il massimo rispetto nei suoi confronti, non credo che oggi ci si possa appellare al fumus persecutionis. Del resto, ha escluso tale tipo di motivazione anche l'avvocato Pellegrino, difensore del deputato Previti nella discussione di fronte alla Giunta. Oggi, ripeto, la situazione è completamente diversa. C'è una condanna definitiva, con l'interdizione perpetua dai pubblici uffici, a cui del resto, dopo la conclusione dei lavori della Giunta - l'ho ricordato poco fa - si è aggiunta una nuova condanna definitiva, che ha prodotto la revoca del provvedimento di affidamento in prova ai servizi sociali e il ripristino della custodia domiciliare.

Se la Camera dei deputati non decidesse oggi per la decadenza dal mandato parlamentare, a seguito delle ineleggibilità sopraggiunta ci troveremmo di fronte, a mio e nostro parere, ad una violazione della sentenza definitiva pronunciata dalla Corte di cassazione, per quanto riguarda l'interdizione perpetua dai pubblici uffici. Signor Presidente e colleghi, si è vociferato più volte, negli ultimi giorni e nelle ultime ore, di una ipotizzata lettera di dimissioni del deputato Previti. Per la verità, costui aveva pubblicamente preannunciato le proprie dimissioni fin da un anno e due mesi fa, di fronte alla sentenza definitiva di condanna con interdizione perpetua dai pubblici uffici confermata della Corte di cassazione. Tale lettera di dimissioni, preannunciata un anno e due mesi fa, in realtà non è mai stata presentata. Se fosse presentata, anche in limine, prima della decisione di decadenza da parte di quest'Assemblea, non avremmo alcuna difficoltà ad accogliere le dimissioni con il nostro voto. In caso contrario - ed auspicando comunque che non si giochi con l'istituzione parlamentare, con le norme costituzionali e con le procedure regolamentari -, laddove non ci fosse tale lettera di dimissioni di cui si è vociferato, noi Verdi (ciascuno di noi, uti singulus, perché la Camera giudica) voteremo a favore della proposta di decadenza formulata dalla Giunta. Lo faremo con pacatezza, senza alcun giustizialismo pregiudiziale e senza alcun garantismo oltranzista, ma con equilibrio e rigore, come ha testualmente e giustamente affermato il relatore Burchiellaro, che vogliamo ringraziare - e con lui, ringraziamo anche tutti i componenti della Giunta - per il suo coerente e prezioso impegno istituzionale (Applausi dei deputati dei gruppi Verdi e L'Ulivo).

 

  Marco Boato

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